Venerdì sera ho partecipato ad un incontro molto interessante organizzato dall’Associazione Genitori di Bernareggio che grazie all’intervento di Michele Di Paola, educatore e ricercatore per il progetto ImageME, si è posto l’obiettivo di spiegare ai genitori qual è il rapporto dei figli con il mondo social e come approcciarsi ad essi.
Ma cos’è ImageME? In breve:
ImageME intende riflettere sui comportamenti a rischio all’interno del web e dei social media, soffermandosi con particolare attenzione sul fenomeno del sexting tra gli adolescenti, per sviluppare un modello di intervento educativo adeguato a favorire un processo di pianificazione strategica territoriale sul tema.
Messo a punto dall’associazione Spazio Giovani Onlus, in collaborazione con CREMIT Università Cattolica del Sacro Cuore e Cooperativa Sociale INDUSTRIA SCENICA Onlus è finanziato da Fondazione Cariplo.
Questo incontro si rivolgeva ai genitori ma il lavoro di Spazio Giovani si svolge principalmente all’interno delle scuole attraverso questionari, incontri e momenti di confronto con i giovani. Il progetto si basa principalmente sulla peer education (la peer education è una strategia educativa che mira a favorire la comunicazione tra adolescenti riattivando lo scambio di informazioni e di esperienze interni al gruppo dei pari), dove i ragazzi più grandi diventano “ambasciatori” nei confronti dei più piccoli.
Cosa ho imparato da questo incontro.
La percezione dei ragazzi della distinzione tra pubblico e privato è un confine molto sfuocato, non facile da comprendere.
I social network sono vissuti come un diario. Ma ve le ricordate le nostre Smemorande stracolme di scritte, foto, biglietti? Ecco i social per i giovani d’oggi sono quello (e non solo per i giovani ). La differenza però è che ora il tuo diario lo può leggere un numero altissimo di persone.
Tra i più giovani Facebook sta perdendo iscritti. I ragazzi molto giovani preferiscono altri social, primo su tutti WhatsApp che nasce per l’instant messaging ma diventa social grazie ai gruppi. Ecco i dati: Facebook è in calo soprattutto tra i più piccoli e alle medie, mentre alle superiori è ancora onnipresente (90%) anche se dicono di usarlo solo il 76% dei ragazzi. Nelle terze medie il numero è molto più basso, e non per la policy che permette l’iscrizione dai 13 anni in su (negli anni passati, un sacco di ragazzini si iscrivevano con date false, spesso in accordo coi genitori) ma proprio per il maggior richiamo e la maggior facilità d’uso e immediatezza di Whatsapp e Instagram.
I ragazzi non usano il pc, ma solo lo smartphone. Quasi non sanno che cosa sia una email, non navigano nei siti internet ma usano solo le APP. Sono connessi sempre, non esistono spazi vuoti nelle relazioni.
Qual è il loro desiderio più grande? Rispecchiarsi negli altri. Mandare dei segnali di sé per vedere se si è sintonizzati con gli altri. Il gruppo è la dimensione principale della loro quotidianità (come accadeva esattamente quando eravamo giovani noi). La domanda costante è “Io sono qui, tu dove sei?”
Ma quali sono i social che sono stati presi in considerazione per l’analisi? Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, WahtsApp, Spotify, Ask.me, Snapchat. Ognuno di essi ha una peculiarità e in base a quello è necessario avere coscienza di quello che si va a condividere.
La vita virtuale e quella reale vanno a sovrapporsi, i confini sono sbiaditi ma come nella vita reale, anche in quella virtuale la presenza dei genitori è fondamentale. I genitori devono essere vigili e dare regole concrete, spiegare ai figli i potenziali pericoli, affrontare il discorso subito, nel momento in cui viene acquistato il primo smartphone (che ad oggi è il giorno della prima comunione….). Perchè poi sarà troppo tardi.
Non è semplice dare regole, non è semplice spiegare uno strumento se non lo si conosce, non è facile affrontare questo discorso se anche noi adulti ci comportiamo senza regole e senza limiti. Ma poi che regole?
Eccone 18, semplici, chiare e concrete scritte dalla mamma Janell Burley Hofmann, riprese da Il Post e da numerosi quotidiani online in tutto il mondo (leggi l’articolo). Eccole:
Caro Gregory,
Buon Natale! Sei ora il fiero possessore di un iPhone. Accidenti! Sei un ragazzo di 13 anni bravo e responsabile e ti meriti questo regalo. Ma il regalo comprende alcune regole. Leggi bene il seguente contratto. Spero tu capisca che il mio compito è crescerti in modo che tu possa diventare un uomo sano ed equilibrato, che sa stare al mondo e coesistere con la tecnologia, ma non esserne dominato. Se non rispetterai queste regole metterò fine alla tua condizione di proprietario del telefono.
Ti voglio bene e non vedo l’ora di scambiare con te milioni di messaggi nei giorni a venire.
1. Il telefono è mio. L’ho comprato io. L’ho pagato io. In sostanza te lo sto prestando. Sono la migliore o no?
2. Saprò sempre la password.
3. Se suona, rispondi. È un telefono. Di’ “ciao”, sii educato. Non provare mai a ignorare una telefonata se sullo schermo vedi scritto “Mamma” o “Papà”. MAI.
4. Consegna prontamente il telefono a uno dei tuoi genitori alle ore 19.30 dei giorni di scuola e alle ore 21.00 nei fine settimana. Verrà spento per la notte e riacceso alle 7.30 del mattino. Se c’è un momento in cui non ti verrebbe da chiamare qualcuno sul suo telefono fisso perché temi che potrebbero rispondere i suoi genitori, allora non chiamare o non scrivere messaggi. Dai retta all’istinto e rispetta le altre famiglie, come noi vorremmo essere rispettati.
5. Il telefono non viene a scuola con te. Parlaci un po’ con le persone a cui normalmente mandi messaggi. Fa parte delle cose che si devono imparare nella vita. *Sui giorni in cui esci prima da scuola o i giorni di gita è necessaria una valutazione caso per caso.
6. Se il telefono cade nella tazza del water, va in pezzi cadendo a terra o svanisce nel nulla, sei responsabile del costo di sostituzione o riparazione. Taglia l’erba, fai il babysitter, metti da parte i soldi che ti regalano al compleanno. Se succede devi essere pronto.
7. Non usare la tecnologia per mentire, deridere o ingannare un altro essere umano. Non farti coinvolgere in conversazioni che possono fare del male a qualcun altro. Sii un buon amico e non ti mettere nei guai.
8. Non scrivere in un messaggio o una mail qualcosa che non diresti di persona.
9. Non scrivere in un messaggio o in una mail qualcosa che non diresti in presenza dei tuoi genitori. Cerca di censurarti, stacci attento.
10. Niente porno. Cerca sul web contenuti di cui parleresti anche con me. Se hai domande rispetto a qualsiasi cosa, chiedi a una persona – preferibilmente a me o a papà.
11. Spegnilo, rendilo silenzioso, mettilo via quando sei in pubblico. Specialmente al ristorante, al cinema e mentre parli con un altro essere umano. Non sei una persona maleducata, non permettere all’iPhone di trasformarti.
12. Non inviare e non chiedere foto delle tue parti intime o di quelle di qualcun altro. Non ridere. Un giorno sarai tentato di farlo, a dispetto della tua intelligenza. È rischioso e potrebbe rovinare la tua vita al liceo, all’università, della tua età adulta. Il cyberspazio è vasto e più potente di te. Ed è difficile far sparire le cose da questo spazio, inclusa una cattiva reputazione.
13. Non fare miliardi di foto e video. Non c’è bisogno di documentare tutto. Vivi le tue esperienze, rimarranno nella tua memoria per sempre.
14. Lascia il telefono a casa, qualche volta, e sentiti sicuro di questa decisione. Non è vivo e non è una tua estensione. Impara a fare senza. Sii più grande e potente della PDPQ, la paura di perdersi qualcosa.
15. Scarica musica nuova o classica o diversa da quella che ascoltano milioni di tuoi coetanei. La tua generazione ha un accesso alla musica senza precedenti nella storia. Approfittane, espandi i tuoi orizzonti.
16. Gioca a qualche gioco di parole o di logica che stimoli la tua mente, ogni tanto.
17. Tieni gli occhi aperti. Guarda cosa succede intorno a te. Guarda fuori dalla finestra. Ascolta il canto degli uccellini. Fai una passeggiata, parla con uno sconosciuto, fai lavorare la tua immaginazione senza Google.
18. Farai qualche casino. Ti ritirerò il telefono. Ci metteremo seduti e ne parleremo. Ricominceremo da capo. Io e te continuiamo a imparare cose nuove, giorno per giorno. Io sono dalla tua parte, sono nella tua squadra. Siamo insieme in questo.
Spero che tu possa essere d’accordo su questi punti. Molte delle “lezioni” che fanno parte della lista non si applicano soltanto all’iPhone, ma anche alla vita.
Stai crescendo in un mondo in continuo e veloce cambiamento. È eccitante e seducente. Tu cerca di non complicare le cose, ogni volta che puoi. Fidati della tua testa e del tuo grande cuore, più che di ogni apparecchio. Ti voglio bene. Goditi il tuo nuovo favoloso iPhone.
Buon Natale!
xoxoxo
Mamma
Social Network e ricerca di appartenenza in adolescenza – il ruolo dei genitori
E’ semplice? Le regole sono quelle che valgono sempre, anche nella vita reale, ma bisogna saperle applicare! Possiamo aggiungere queste considerazioni:
- Non dare confidenza agli sconosciuti
- I numeri di telefono sono informazioni riservate, non si danno in giro e soprattutto non si danno quelli degli altri senza aver chiesto il permesso (perchè con WhatsApp basta avere il numero e i contenuti arrivano, anche contenuti indesiderati)
- Il tuo profilo è come camera tua, ci faresti entrare una persona che non conosci o che non ti ispira fiducia?
- L’autocontrollo è molto importante.
- Se inizia una litigata in chat non incentivarla, a volte la soluzione migliore è quella di cancellare la chat e metterci una pietra sopra!
- Diffondere le immagini è pericoloso. Attenzione!! Questo è un punto fondamentale. Una tua immagine, una volta partita può rovinarti la vita. Può essere copiata e diffusa in mille modi, utilizzando mille strumenti. Non fidarti dei social, ad esempio di Snapchat… basta fare una foto con un altro cellulare e quella rimane… usa sempre la testa!!
- Non diffondere mai tue immagini che abbiano un’accezione sessuale. Sono le più condivise, quelle che ti possono rovinare la vita. Evita di metterci la faccia se proprio devi!! (lo sai che se mandi la tua foto in reggiseno alla tua migliore amica e questa dopo due settimane diventa la tua miglior nemica potrebbe usare la foto contro di te? Non mandarla!!)
- Genitori, i figli prendono esempio da voi! Se anche voi non sapete tutelare la vostra privacy come potete insegnarlo ai vostri figli? Se anche voi pubblicate foto private come potete insegnare ai vostri figli a non farlo? Se guardate con loro trasmissioni in cui le donne mettono in mostra di tutto e di più è come se stiate di fatto approvando questo comportamento e questo modo di fare e di essere. Come potete poi far capire che il corpo non si mostra a chiunque?
- Siete voi genitori che dovete affiancare i vostri figli in questo viaggio. Il cellulare non deve essere il vostro guinzaglio, non dovete darlo ai vostri figli perchè così facendo credete di poterli controllare. Usate questi strumenti insieme (ad esempio Spotify per costruire scalette musicali insieme con i vostri figli). E’ il rapporto di fiducia che create con loro che conta di più! E le regole sono importanti. Siete voi che dovete aiutarli a capire il confine tra il pubblico e il privato, tra quello che si può condividere e quello no, ma prima di tutto fatevi un esame di coscienza. Voi lo sapete qual è questo confine?
Articolo dell’8 ottobre 2015 pubblicato sul mio vecchio sito www.crossmediaconsulting.it